Ottobre mese della prevenzione tumore al seno: come prenderti cura del tuo seno

Ottobre è il mese della prevenzione e della lotta al tumore al seno: sicuramente conosciuto e noto, ma non sempre in tutte le sue forme. Infatti, il tumore al seno è una malattia che non intacca solo il corpo: le sue conseguenze psicologiche sono spesso sottovalutate o addirittura ignorate. Si fa forte quindi il bisogno di prevenzione, in un mese totalmente dedicato alla malattia, che offre la possibilità di sottoporsi a visite senologiche gratuite.
I dati parlano chiaro: le diagnosi sono in aumento. Nel 2020 si parla di 54.976 casi, che fanno sì che il cancro al seno si annoveri tra le forme cancerose più frequenti nel sesso femminile, rappresentando il 30,3% di tutte le patologie oncologiche che interessano la donna (tra cui anche cancro ovarico, dell’endometrio, ecc.).

Tumore al seno: tipologie e cause
Per parlare con precisione di tumore al seno bisogna innanzitutto sapere che non si tratta di una tipologia soltanto: ne esistono diversi tipi. Il più diffuso è il carcinoma e si sviluppa a partire dalle cellule epiteliali. Questo si differenzia, ad esempio, in: carcinoma duttale intraepiteliale, carcinoma lobulare intraepiteliale, carcinoma tubulare, carcinoma mucinoso, ecc.
Per quel che riguarda cause e fattori di rischio, bisogna partire da che cosa è effettivamente il tumore al seno: si tratta di un accumulo (lento, progressivo) di mutazioni genetiche del DNA di cui però le cause risultano essere ancora in gran parte sconosciute.
Sono stati però sicuramente individuati dei fattori di rischio che contribuiscono alla sua formazione e crescita, che si differenziano in modificabili e non modificabili. Come è facile intuire, i fattori non modificabili non si possono prevenire e riguardano ad esempio la familiarità e le mutazioni che colpiscono i geni BRCA1 e BRCA2.
Quello su cui è possibile, invece, intervenire in termini di prevenzione riguarda:
- Abitudini alimentari scorrette (che portano a sovrappeso e obesità)
- Fumo di sigaretta
- Abuso di alcol
Da considerarsi, come elementi da monitorare e tenere in considerazione anche le terapie ormonali sostitutive che vengono utilizzate nel periodo della menopausa, una menopausa tardiva (che si verifica quindi dopo i 55 anni) o un menarca precoce (le mestruazioni arrivano prima dei 12 anni), il seno denso, eventuale radioterapia effettuata ad altezza del petto.
Quali sintomi a cui prestare attenzione?
Il sintomo per eccellenza è sicuramente il nodulo: si tratta di una formazione generalmente indolore a livello del seno o dell’ascella (in altri casi anche nella clavicola). Ma non tutti i noduli sono necessariamente maligni o sintomi di carcinoma mammario: infatti, nella maggior parte dei casi quelli che vengono identificati sono lesioni innocue che riguardano cisti, formazioni quali fibroadenomi tipiche della mastopatia fibrocistica.
I segnali da non sottovalutare in nessun caso riguardano, poi:
- dolore al seno o alla zona attorno al capezzolo;
- irritazione,
- desquamazione della pelle del seno o della zona attorno al capezzolo;
- secrezioni da un solo capezzolo o alterazioni della sua forma o della forma del seno;
- cute con aspetto a buccia d’arancia;
- formazione di “fossette” nella parte superiore del seno.

Indubbiamente, tra le complicanze da temere nel caso di cancro al seno vi sono le metastasi ad altri organi e tessuti come ossa, polmoni, fegato e cervello.
Tra le nuove scoperte, i ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno trovato un gene del recettore olfattivo che promuove il senso dell’olfatto e che ha un ruolo nella proliferazione delle metastasi. Sebbene questi studi abbiano bisogno di conferme e approfondimenti, potrebbero aprire nuove ed importanti strade ai futuri approcci terapeutici.

Alcuni consigli: dalla mammografia all’autopalpazione
Come già accennato, il ruolo della prevenzione risulta fondamentale nell’identificazione tempestiva di un carcinoma mammario e può fare la differenza nella prognosi. Oltre che adottare uno stile di vita sano bisognerebbe eseguire una mammografia ogni anno a partire dai 40 anni d’età. In caso di familiarità con il carcinoma mammario o con il cancro alle ovaie questa età scenderebbe a 30 anni. Vista l’importanza e l’attenzione alla prevenzione, esistono diversi programmi di screening oncologico nazionale grazie ai quali è possibile eseguire la mammografia a regime gratuito ogni due anni, per le pazienti di età compresa tra 50 e 69 anni.
E se la “routinaria” prevenzione è importante, quella quotidiana è fondamentale. Si tratta dell’autopalpazione, una tecnica accessibile a tutti e tutte, che permette di trovare in maniera veloce eventuali anomalie. Si consiglia di eseguire l'autopalpazione tra il settimo e il quattordicesimo giorno dall’inizio del ciclo mestruale per le donne fertili, in qualsiasi momento invece per le donne in gravidanza o in menopausa.
Come eseguire l’autopalpazione?
- Posizionarsi con il busto eretto davanti a uno specchio, con le braccia rilassate lungo il corpo ed eseguire queste semplici azioni:
- Contrarre i pettorali osservando il seno per scovare eventuali anomalie riguardo forma, volume e cute;
- Posizionare il braccio destro dietro la nuca e palpare la mammella con i polpastrelli delle dita della mano sinistra, in senso orario partendo dalla parte superiore e spostandosi fino a completare un cerchio immaginario.
- Dedicarsi anche all’area del capezzolo e cavo ascellare; cambiando mano si procede poi con la mammella sinistra;
- Spremere leggermente e delicatamente i capezzoli tenendoli tra indice e pollice per eventuale presenza di secrezioni.
- Se noti qualche anomalia con questa pratica non esitare a chiamare il tuo medico il prima possibile!
Questi piccoli accorgimenti possono permettere una diagnosi precoce, quindi una prognosi più positiva: non solo ad ottobre, ma tutto l’anno dedicati alla prevenzione e vestiti di rosa!
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